Il libro per ora in formato online (al link sono scaricabili la prefazione di Robert Krueger, introduzione e conclusioni mie e di Paul), da novembre in cartaceo, è abbastanza unico nel suo genere. Molti volumi a partire dalla fine degli anni 50′ hanno affrontato il tema della schizotipia, stranamente nessuno aveva mai scritto un libro clinico a riguardo. La schizotipia rappresenta un insieme di tratti che vanno da esperienze subliniche o addirittura adattive (si pensi agli studi che l’associano alla creatività) a manifestazioni patologiche tra le più gravi come il disturbo schizotipico di personalità, la schizofrenia e le psicosi. E se le stime parlano di una presenza di questi tratti in 1 persona su 10, non esistono ad oggi linee guida per il trattamento.
Gli argomenti del manuale sono organizzati in tre sezioni con il fine di individuare un background teorico e clinico comune (parte I), alcuni fattori transdiagnostici centrali nella concettualizzazione (ovvero metacognizione, mentalizzazione, autocritica, difficoltà interpersonali; parte II) e degli interventi integrati per targetizzare tali fattori (CBT, CFT, TMI, MERIT, MBT, etc.; parte III).
Molti gli autori che hanno partecipato a questa impresa (per citarne alcuni Martin Bruene, Paul Gilbert, Douglas Turkington, Katherine Barry, Martin Debannè, Thomas Kwapil, Aaron Pincus, Chris Hopwood e altri ancora. A rappresentare SITCC Giancarlo Dimaggio, Dario Catania e Raffaele Popolo con un capitolo sulla TMI.