Attraverso il racconto di molte storie questo libro si occupa delle conseguenze, straordinarie e trascuratissime, di quella che forse è la cosa più banale del mondo: il fatto cioè che non esiste un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, perché esiste solo ciò che quel bicchiere significa e rappresenta per ciascuno di noi. La nostra mente produce pensieri ed emozioni, che sono la ragion d’essere del nostro comportamento.
Ogni agire è infatti la conseguenza esclusiva di ciò che pensiamo e ciò che proviamo in quel momento. Queste due attività mentali non possono esistere separatamente, perché il nostro cervello non può produrre alcun pensiero riguardante una qualunque cosa, che non contenga anche un certo modo di avvertire, di valutare, quella cosa.
L’emozione è proprio questo: ciò che sentiamo a proposito di un pensiero. Un concetto decisivo, dal quale dipende tutta la nostra vita. “Sentire” che il bicchiere è mezzo vuoto, con la sensazione che sia io, per la scarsa considerazione che ho di me stesso, la causa di quel basso livello è, evidentemente, cosa ben diversa dal ritenere che quella metà rappresenti già un buon punto di partenza per riempirlo, grazie alle capacità che mi attribuisco.
Vivere o non vivere non dipende dunque da decisioni logiche, ma dalla molteplicità di emozioni con cui valutiamo ogni singolo istante della nostra vita.