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La vergogna del terapeuta

Gianpaolo Salvatore

Il trauma evolutivo può consistere nell’esperienza cronica di legame condizionato: il caregiver ci riconosce solo se incarniamo certe caratteristiche; per esempio, “essere il migliore”. Questo trauma è spesso presente nella storia del terapeuta e plasma un nucleo di vergogna, doloroso, che tende a essere escluso dal flusso dell’esperienza interna, dissociato, mentre le parti di identità validate dall’ambiente possono guidare il terapeuta nell’incontro clinico. Un terapeuta inconsapevolmente guidato dalla parte di sé che ha appreso la necessità di “essere sempre il migliore” potrebbe vivere l’incontro clinico solo come potenziale fonte di successo terapeutico e risultare incapace di una reale sintonizzazione con il paziente.
Attraverso l’analisi di numerosi scenari clinici e di supervisione, l’autore esamina nel dettaglio la vergogna del terapeuta e illustra come trasformarla in un fattore potente di cura.